PARCO CULTURALE DI CASTELRAIMONDO a Forgaria nel Friuli (Ud)

Il “Zuc ‘Scjaramont “ – Castelraimondo (m 441 s.l.m.) domina a sud un lungo tratto del corso del fiume Tagliamento, da Osoppo fino al mare. Sul lato nord, controlla una parte della stretta valle del torrente Arzino, che con un breve e protetto percorso conduce all’alto Tagliamento, alla Carnia e ai passi alpini verso il Norico (Austria). 

Per la sua posizione sicura e strategica, la cima intermedia del colle fu sede di un villaggio in epoca preromana (dal IV sec. a.C.), trasformato in presidio e poi in fortezza dai Romani (I sec. a.C. – V sec. d.C.), che fu più volte distrutta e ricostruita. Nel periodo altomedievale i suoi ruderi diedero rifugio dai pericoli alla popolazione della pianura (VI-VII sec. d.C.) e furono sede stagionale per i pastori (X sec. d.C.).

Fra il XIII e il XIV secolo, sulla cima più bassa del colle (m 428 s.l.m.), verso l’Arzino, fu costruito un castello, voluto dal patriarca di Aquileia per contrastare il rivale castello di Flagogna. Dopo molte sanguinose lotte, il castello di Forgaria fu incendiato e demolito nel 1348. Con le sue pietre, furono costruite case e chiese dei dintorni. Il colle divenne una distesa di prati, con pochi alberi e qualche vecchio muro che affiorava, relitto dell’antico abitato. Attorno a quei sassi, i ricordi confusi fecero fiorire la leggenda di un vitello d’oro, che sarebbe stato sepolto qui o gettato nell’Arzino in un’epoca molto antica.

La nascita del Parco

Il parco è stato realizzato nell’ambito del Progetto della Comunità Europea Interreg II e III Italia-Austria con un primo lotto nel 1999 e poi il completamento del parco nel 2006.

Gli scavi

Nel 1985 l’Istituto Italiano dei Castelli avviò un’indagine archeologica a seguito della scoperta di scavi clandestini.

Data l’antichità delle strutture emerse le ricerche passarono all’Istituto di Archeologia dell’Università di Bologna, che dal 1988 al 1992 ha condotto campagne sistematiche di scavo.

E’ stata così scoperta la grande casa, l’abitazione del quartiere artigianale e il murus gallicus.

Dal 1999 al 2005, le ricerche sono state condotte dall’Università di Parma, come cantiere-scuola per gli studenti di archeologia.

In quest’ultima fase delle ricerche sono stati scoperti il quartiere artigianale con le attività metallurgiche e le fortificazioni sui diversi livelli del pendio meridionale.

Non solo parco archeologico

Il parco racconta anche gli aspetti naturalistici, faunistici e geologici dell’area.

Un parco da ri-scoprire

Il parco è sempre accessibile e aperto al pubblico che lo può visitare in autonomia grazie ai numerosi pannelli disseminati strategicamente lungo il percorso.

E’ possibile comunque prenotare delle visite per essere accompagnati da esperti.

Sono inoltre previsti pacchetti di visita e di attività ludico didattiche rivolte a scuole, famiglie e gruppi in visita.

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